11 novembre 2014

La vita del XVI Karmapa Rangjung Rigpe Dorje - parte I

 
 
 
Ogni Karmapa manifesta delle qualità eccezionali che mostrano diversi aspetti della natura dell'illuminazione, in base alle necessità dei suoi studenti e della società in generale. La vita di Sua Santità il XVI Karmapa Rangjung Rigpe Dorje testimoniò il vero significato della parola "Karmapa": "attività di tutti i buddha". Sotto la sua guida, il lignaggio Karma Kagyu non solo sopravvisse alla fuga dal Tibet di gran parte dei maggiori insegnanti buddhisti, ma prosperò e si diffuse in tutto il mondo. I monasteri, gli istituti e i centri buddhisti che Sua Santità ha avviato, e che i suoi stretti studenti hanno fondato in suo nome, sono cresciuti e attualmente offrono i metodi buddhisti agli abitanti dell'India, dell'Asia, e di tutto l'Occidente.

Il XVI Karmapa fu un essere pienamente illuminato, il Re degli yogi, e mostrò nella loro completezza la saggezza intuitiva e la compassione, irradiando gioia. Diversamente da altri insegnanti, che avrebbero usato sogni, divinazioni o altri metodi per identificare le reincarnazioni di importanti Lama, il XVI Karmapa lo avrebbe semplicemente saputo, e avrebbe quindi detto agli sbalorditi studenti dell'insegnante defunto dove avrebbero potuto trovarlo in quel momento. La sua attività compassionevole per gli altri andava al di là delle parole o dei concetti. E per quanto riguarda la gioia dell'illuminazione, si dice che quando il XVI Karmapa rideva lo si poteva sentire nella valle a fianco!

Mentre si trovava in un ospedale di Chicago in punto di morte per un cancro, i membri del personale ospedaliero, pur non essendo buddhisti e non parlando tibetano, condivisero con lui i loro problemi personali, sentendosi profondamente cambiati dalla sua sola presenza.

Il XVI Karmapa fece da insegnante anche a dei Re, e maestri di tutti i lignaggi lo rispettavano e si rivolgevano a lui per ottenere aiuto e consigli. Una sua grande conquista fu l'aver riportato in vita il lignaggio degli Shamarpa, il secondo più antico lignaggio di reincarnazione nel Buddhismo tibetano dopo quello dei Karmapa. Il governo del Tibet aveva infatti proibito che le reincarnazioni degli Shamar Rinpoche venissero riconosciute ufficialmente, e tale divieto rimase in vigore per 170 anni. Tutti i Karmapa precedenti avevano identificato in segreto, formandoli come detentori del lignaggio, gli Shamarpa che sarebbero diventati i loro successori; questi, inoltre, spesso nascevano nella famiglia stessa del Karmapa. Il nipote del XVI Karmapa, Mipham Choky Lodro, fu riconosciuto all'età di quattro anni, in via ufficiosa: il Karmapa voleva però un' incoronazione formale.

Come rappresentante del governo tibetano, Sua Santità il XIV Dalai Lama dissipò gli ostacoli legali e approvò il riconoscimento. Shamar Rinpoche venne investito nel 1963, e rimase a fianco del XVI Karmapa fino alla sua morte, avvenuta nel 1981.

Nel marzo del 1994, in conformità con la tradizione, il XIV Shamarpa Mipham Chokyi Lodro riconobbe a sua volta Sua Santità il Karmapa Thaye Dorje come il XVII Karmapa. Shamar Rinpoche è venuto a mancare nel giugno del 2014.
La storia e il retaggio del XVI Karmapa continuano a vivere tramite S.S. il XVII Karmapa, Trinley Thaye Dorje.

La straordinaria storia della vita di S.S. il XVI Karmapa viene presentata in questo testo, suddiviso in quattro parti.

La nascita del Karmapa e la sua giovinezza

Rangjung Rigpe Dorje, il XVI Gyalwa Karmapa, nacque da una famiglia nobile il quindicesimo giorno del sesto mese dell'anno del topo di legno (1924) a Denkhok, sulle rive del fiume Dri Chu, vicino a Dege nel Tibet orientale. Suo padre si chiamava Tsewang Norbu, e sua madre Kalzang Choden. Mentre si trovava ancora nel grembo materno, si poteva sentire il bambino recitare il mantra di Occhi Amorevoli (tib. Chenresig, scr. Avalokiteshvara).

Due grandi maestri buddhisti predissero che un bodhisattva era in procinto di venire al mondo, e avvertirono i genitori del Karmapa che sarebbe stato di buon auspicio se fosse nato fuori dal palazzo. Un giorno, poco prima del parto, la madre del Karmapa si accorse che la sua pancia era diventata completamente piatta, come se non fosse stata affatto incinta. Si recò al campo che era stato allestito su una collina dietro il loro palazzo, e all'alba del mattino successivo sentì un grande peso e il suo ventre iniziò a gonfiarsi molto rapidamente. Poco dopo nacque il bambino. Molti arcobaleni apparvero tutt'intorno, e tutta l'acqua contenuta nelle ciotole per le offerte si tramutò in latte. Dopo il parto il neonato fece sette passi, dicendo: «Madre, madre! Me ne vado!». Comprendendo l'importanza dell'evento, la famiglia diffuse la notizia della nascita di una figlia femmina in modo da proteggere il bambino da persone malevole.

Nel frattempo Situ Tulku e Jamgon Kongtrul Tulku avevano aperto la lettera di predizione lasciata dal XV Karmapa, trovando le seguenti istruzioni dettagliate:
"A est di Tsurphu, vicino a un fiume, in un luogo che tanto tempo fa appartenne a Pawo Denma Yulgyal Tokgod e al ministro di Ling Kesar, sulla collina di Pal, c'è una casa fatta di terra. E' decorata con le lettere "A" e "thup", ed è proprietà di una famiglia di estrazione regale e religiosa. Il parto avverrà lì, il quindicesimo giorno del sesto mese dell'anno del topo."

Sia Situ Tulku sia Jamgon Kongtrul Tulku ebbero delle chiare visioni del palazzo Athup. Mandarono un gruppo di persone a cercare la nuova incarnazione e queste, non appena arrivate, sentirono della nascita di quel bambino eccezionale, in condizioni che corrispondevano esattamente a quelle predette nella lettera. La ricerca era finita. Fu così che venne riconosciuto il XVI Karmapa. Fu un bambino dotato di una straordinaria intuizione naturale: se in zona erano scomparsi dei cavalli o dei capi di bestiame, era sempre in grado di fornire una descrizione esatta del luogo in cui avrebbero potuto trovarli. 

Quando il Karmapa raggiunse i sette anni d'età, Situ Tulku e Jamgon Kongtrul Tulku vennero in visita al palazzo per celebrare la sua ordinazione primaria. Si svolse un'iniziazione formale in Vajravarahi, e il ventisettesimo giorno del primo mese dell'anno della pecora di ferro (1931) la giovane incarnazione venne ordinata monaco novizio. Poi Khyentse Rinpoche, Zimpon Legshe Gyaltsen e Donyer Gyaltsen Zangkyong offrirono insieme al XVI Karmapa le sue vesti cerimoniali e il suo cappello.
Il primo giorno del secondo mese di quello stesso anno, il Karmapa venne portato al monastero di Palpung. Qui, nell'ampia sala assembleare, quattro giorni dopo avvenne la cerimonia di incoronazione, e migliaia di pellegrini si radunarono per rendergli omaggio in questa occasione favorevole. In seguito Sua Santità si mise in viaggio verso Tsurphu, visitando lungo la via molti monasteri e luoghi di pellegrinaggio. Nel tredicesimo giorno del sesto mese, il Karmapa celebrò la cerimonia della Corona Nera per la prima volta in questa vita: il cielo si riempì di arcobaleni e molti fiori caddero dalla volta celeste; in migliaia furono testimoni di questo evento sbalorditivo e di buon auspicio.
 
 
Sua Santità il XVI Karmapa si recò poi a Lhasa, per far visita a Sua Santità il XIII Dalai Lama che eseguì la sua cerimonia del taglio dei capelli. Al momento del loro primo incontro il Karmapa indossava il suo cappello "Ne Shu", ma il Dalai Lama vide al di sopra di esso un altro copricapo e lo indicò al suo primo ministro. Quando il Karmapa fece le tradizionali prosternazioni, lo videro togliersi il suo piccolo cappello. Il Dalai Lama però, successivamente, chiese perché non si fosse tolto anche l'altro, dato che il costume era di stare a capo scoperto in simili circostanze: tutte le persone presenti replicarono che in realtà non aveva nulla in testa. Allora fu chiaro che il Dalai Lama doveva aver visto l'impercettibile cappello da bodhisattva che è visibile solo da chi ha raggiunto la più alta realizzazione spirituale, pensando che anche tutti gli altri potessero vederlo.
Il XVI Karmapa ritornò al monastero di Tsurphu, dove si celebrò una seconda cerimonia di incoronazione. Studiò per quattro anni, e spesso raccontava al suo insegnante delle sue incarnazioni precedenti. Il terzo giorno del dodicesimo mese dell'anno della scrofa di legno (1935), all'età di 12 anni, il giovane Karmapa si mise in viaggio verso il Kham, un distretto del Tibet orientale.

Sua Santità e il suo seguito giunsero a Tardzi Chutsen, presso le sorgenti termali, e si fermarono per riposarsi e fare il bagno nelle acque curative. Era pieno inverno, eppure improvvisamente molti serpenti iniziarono a strisciare fuori dalle cavità tra le rocce. Il XVI Karmapa si precipitò in mezzo ad essi e ne fu presto ricoperto; iniziò a danzare, dicendo: «Sono il re dei serpenti!». Tutti erano terrorizzati e lo implorarono di smetterla, ma il Karmapa non faceva che ridere e non sembrava per niente preoccupato. Subito dopo i serpenti si srotolarono, facendo ritorno nelle sorgenti (nel Buddhismo tibetano si ritiene che gli spiriti non umani, chiamati Naga, a volte appaiano sotto forma di serpenti).
Il gruppo arrivò a Shakshu Kar, dove Drukchen Paljor Rinpoche venne a ricevere il Karmapa. I due iniziarono a scherzare in merito ai loro rispettivi poteri miracolosi, e tutt'a un tratto il XVI Karmapa prese una spada dal fodero del suo attendente e annodò la lama a mani nude. Paljor Rinpoche, stupefatto, non si offrì di competere.

Questi condusse poi Sua Santità e il suo seguito al monastero di Riwa Barma, dove si svolse un rito dedicato a Guru Padmasambhava. Al termine della cerimonia, i dolci delle offerte furono gettati nelle diverse direzioni per scacciare le forze negative: quando furono lanciati verso est, si videro fiamme sprigionarsi da essi. Fu proprio allora che ci fu un'improvvisa e inspiegabile pausa nell'attacco dei cinesi ai confini orientali del Tibet.

Il XVI Karmapa giunse al monastero di Dil Yak dove l'intero gruppo pernottò nelle tende, alcune delle quali vennero legate insieme. In quell'occasione fu visto cavalcare un cervo a una certa altezza dal suolo, lungo le corde tese tra una tenda e l'altra. Il gruppo raggiunse Radza Dzong, nelle montagne, dove c'era una grande carenza di acqua potabile. Lama Samten Gyamtso spiegò al XVI Karmapa che la sorgente più vicina era a cinque chilometri di distanza, e chiese una benedizione affinché la situazione potesse migliorare. Sua Santità ordinò di portare una vasca di legno e di collocarla vicino al monastero, dicendo di volersi fare un bagno. Venne quindi portata dell'acqua per riempire la vasca e, dopo il bagno, il Karmapa disse agli attendenti di svuotare l'acqua sul terreno. Iniziò immediatamente a piovere, e una nuova fonte zampillò dal punto in cui si trovava la vasca. La mancanza d'acqua del monastero venne risolta.
 
Il monastero di Tsurphu
 
In seguito il XVI Karmapa si recò a Karma Gon, il monastero del I Karmapa, e quando entrò nella grande sala assembleare tutte le sommità degli stupa contenenti le reliquie vennero viste alzarsi, come in un saluto. Situ Tulku raggiunse Sua Santità a Karma Gon, per portarlo al monastero di Palpung dove ricevette l'intero corpus del "Tesoro" degli insegnamenti Kagyu e la trasmissione orale. Fecero poi visita al monastero di Dzong Sar, dove l'abate Khyentse Chokyi Lodro richiese la celebrazione della cerimonia della Corona Nera: nel corso di questo evento di buon auspicio, Khyentse Rinpoche vide il XVI Karmapa manifestarsi nella forma di Dusum Khyenpa, il I Karmapa, e la Corona Nera fu vista fluttuare circa 50 centimetri sopra la sua testa.

Il capo del governo cinese, il generale Chang Kai Shek, invitò il XVI Karmapa per un incontro, ma questi non accettò la proposta. Ritornò invece al monastero di Palpung dove ricevette le iniziazioni della serie Drubtab Kuntu e studiò il Vinaya Sutra, il Prajnaparamita, l'Abhidharma Kosha, il tantra di Chakrasamvara, il tantra di Kalachakra e altri insegnamenti, sotto la guida di Situ Tulku e di Khyentse Rinpoche. Tutti questi insegnamenti gli vennero dati nella loro forma completa.

Il quindicesimo giorno del nono mese dell'anno del drago di ferro (1940), Sua Santità si mise in viaggio verso Tsurphu. Lungo la via, visitò il monastero di Benchen dove c'era una statua del protettore Shingkyong, in sella a un cavallo. Appena il XVI Karmapa si avvicinò, il cavallo iniziò a nitrire con grande sorpresa di tutti. Proseguì poi verso Dam Chung, dove la deità principale gli offrì una grande pietra dzi a nove occhi non perforata (si tratta di un prezioso tipo di agata a strisce). Il gruppo arrivò a Tsurphu l'undicesimo giorno dell'ottavo mese dell'anno del serpente femmina di ferro (1941).

In seguito, per alcuni anni, il XVI Karmapa si dedicò agli studi e alle meditazioni, mentre nel monastero si effettuavano degli ampi lavori di ricostruzione.
 
 
Tradotto da C.R.
 

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